venerdì 25 febbraio 2011

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aveva ragione il vecchio cow boy

Si, aveva ragione il  vecchio Ronald Reagan quando diceva" Il governo non e' la soluzione ai nostri problemi. Il governo e' il problema"
Lo abbiamo imparato bene noi italiani con il nostro sistema partitocratico succhia -risorse.
E allora parliamo ancora un po'  ancora delle retribuzioni della casta politica. La prossima volta
magari parliamo del FISCO.

All'origine c'e' l'art. 69 della Costituzione che recita:" I membri del parlamento ricevono un'indennita'
stabilita dalla legge".  SACROSANTO!
Ma si parla di "indennita", non di di stipendio, di pensione, di vitalizi,  diarie , privilegi e altro.
"INDENNITA'"  sia dal punto di vista del vocabolario che da quello giuridico ha un ben preciso
e limitato significato. Non significa compenso ne' stipendio bensi' semplice "rimborso" un "aliud
pro alio", un qualcosa che sostituisce una perdita, non certo un reddito.

Certo i politici vanno pagati ma non molto di piu' di quello che guadagna  la media del cittadino italiano.

Inoltre lo stipendio non devono deciderlo loro ma noi che siamo i loro mandanti. Non si e' mai visto
che un amministratore di condominio si autoimponga lo stipendio. Sono coloro che lo eleggono
( i condomini ) che lo decidono. E se lui non e' d'accordo cambia condominio o lavoro!
Questi signori non sono  dipendenti dello stato ma mandatari provvisori della volonta' popolare.

E allora, visto che si parla tanto di modifiche alla Costituzione, perche' non fare una bella modifica
per stabilire che sia un organo ( non composto da politici), magari una commissione popolare composta
da varie categorie sociali (commissione che deve lavorare gratis ovviamente) a decidere per esempio ogni tre o cinque anni, quale debba essere l'indennita' da corrispondere ai politici?
Ahime' questa e' una proposta concreta... e poi dicono che il popolo e' qualunquista !

venerdì 18 febbraio 2011

i costi della politica

In un recente libro scritto da due deputati e' stato calcolato che in Italia il personale politico, dai deputati
ai consulenti esterni, costituisce una vera e propria armata: 427.000 persone che comportano un'enorme
spesa a carico dei contribuenti.
Sono stati scritte  migliaia di pagine sui costi  eccessivi della politica in questi ultimi anni.
Ma nessun significativo taglio e' stato fatto  ad assegni, retribuzioni, indennita' e privilegi che portano
parlamentari e altri a percepire somme sette-otto volte maggiori dello stipendio di un cittadino medio
( basti pensare che un parlamentare percepisce una pensione di tremila euro mensili dopo soli cinque
anni di attivita' quando un lavoratore percepisce meno della meta' dopo 35 anni di lavoro)
Nessun taglio e' stato fatto al costo dei partiti che attraverso i rimborsi elettoralil'ARES ha previsto per
il quinquennio 2008-2013 ammontare a poco meno di due miliardi di euro ( e cio' alla faccia del referendum
del 1993 con il quale il 93% di noi cittadini aveva votato per l'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti.
E poi dicono che, di fronte alla crisi, bisogna tagliare, tagliare nella spesa pubblica! Perche' non cominciano da se stessi?

Possiamo ancora noi cittadini dare fiducia a questa gente?

giovedì 17 febbraio 2011

MANIFESTO

NOI CITTADINI COMUNI  STANCHI

- di caste privilegiate che prosperano a nostre spese
- di una burocrazia costosa e soffocante
- di un fisco che ci obbliga a lavorare piu' di sei mesi l'anno per pagare tasse onerose ed eccessive
- di una cattiva politica volta all'esercizio del potere  e degli interessi personali piu' che al bene comune
- di consorterie corporative che impediscono al singolo cittadino meritevole, ma privo di protezioni e
  potenti agganci, di emergere e sviluppare le proprie qualita'
- di un sistema elettorale che svilisce la nostra qualita' di cittadini sovrani togliendoci il diritto di scegliere
 i nostri rappresentanti in parlamento che ci vengono imposti dai capi-partito

   pur rispettosi delle leggi della Repubblica     DICIAMO

 che, perseverando questa situazione, NON CI STIAMO PIU' a dare mandati in bianco e il nostro
 consenso a forze che, con la loro gestione della politica, ci relegano al rango di sudditi